L'uomo ha fatto la sua comparsa nelle Egadi nel paleolitico superiore, come
dimostrano i reperti archeologici ed i graffiti presenti nelle grotte delle
isole. In quell'epoca (10.000 a.C.) Favignana e Levanzo non erano ancora
divenute "isole" (a differenza di Marettimo). Levanzo doveva essere
unita a Favignana da una stretto ponte di terra che si protendeva dall'attuale
Cala Dogana verso la zona di S.Nicola.
Tracce di antichi insediamenti preistorici sono state rinvenute a Favignana
all'interno delle grotte delle Uccerie nei pressi del Faraglione e nella
grotta del Pozzo in località San Nicola. Schegge di selce,
di ossidiana, frammenti di ossa lavorate, conchiglie e altri oggetti del tempo
dimostrano l'uso della pietra per la costruzione di pugnali, punte di frecce e
arnesi domestici.
Sono stati riportati alla luce frammenti d'argilla grezza, depurata e ben cotta,
colorati a vernice nera e rossa, a testimonianza di insediamenti umani nell'età
del bronzo.
Grotta del Pozzo
Presso la Grotta del Pozzo, in località San Nicola, è stata
scoperta una tomba neopunica accessibile attraverso un dromos (corridoio
in discesa) a gradini e circa 10 iscrizioni. Tra queste, la più
rilevante si trova a circa 1,80 cm dall'altezza del suolo ed è disposta
su due righe. L'epigrafe presenta delle particolarità date dalla presenza
di due lettere che risalgono all'alfabeto punico del IV-II sec. a.C., come la
lettera "tau" e la lettera "mem". Inoltre sia la quarta che la quinta lettera da
destra della seconda riga, la "h"e la "m", risultano rovesciate rispetto al
ductus praticato nell'uso delle scritture semitiche, orientato da destra verso
sinistra.
In base a tali ritrovamenti, gli archeologi sostengono che dal sec. IV a.C al II
d.C la Grotta del Pozzo di Favignana fu usata come luogo di culto da popolazioni
che usavano il fenicio almeno come lingua liturgica. Forse gli stessi abitanti
dell'isola di Mozia. Forse coloni provenienti da Cartagine. Forse clan affiliati
alle popolazioni Elime della Sicilia occidentale (provenienti da Segesta ed
Erice in particolare).
I Fenici e i punici a Favignana
La maggiore concentrazione di testimonianze fenicio-puniche sull'isola di
Favignana si trova nella località di San Nicola, dove si pensa fosse
presente una piccola comunità. In località Calazza sono affiorate
dagli scavi due tombe d'età tardo-ellenistica,
contenenti due scheletri e una lucerna d'argilla. Ed ancora un'intera necropoli
ellenistica a loculi rettangolari è stata individuata presso la Cala San
Nicola.
Periodo romano
A Favignana sono scarsi i ricordi del periodo di dominazione romana. Sono però
venuti alla luce mosaici di origine imperiale romana ed un ninfeo adibito
probabilmente a bagno delle donne sempre presso località San Nicola.
Il “museo” della battaglia delle
Egadi
Presso lo stabilimento Florio è stata allestita una bellissima mostra
archeologica dedicata in particolare alla battaglia delle Egadi (tra
Romani e Cartaginesi). Si tratta di una importante
collezione. Tra ceppi di ancore e anfore di età greco-romana e punica,
spiccano i rostri in bronzo rinvenuti nel corso degli anni sul luogo
della battaglia finale della prima guerra punica (241 a.C.), a largo di
Levanzo.
La "Battaglia delle Egadi", ospitata presso i locali dell’ Ex Stabilimento
Florio di Favignana, si presenta come un vero e proprio viaggio nella
storia e nei luoghi della prima guerra punica. Si compone infatti
di una sala espositiva e una sala immersiva interamente dedicata al cinema 3D.
Il visitatore intraprende un percorso narrativo che, partendo
dall'approfondimento scientifico, si conclude con un forte coinvolgimento
emotivo ed esperienziale.
La mostra è in continuo "aggiornamento". Grazie anche alle ricerche
che periodicamente vengono effettuate. Recentemente, nella primavera/estate
del 2019, sono stati trovati altri due rostri, sessantotto anfore
greco-italiche, due Dressel, quattro puniche e quattro piatti. I due rostri
in bronzo, portano a diciotto il numero di quelli recuperati dei diciannove
individuati in questi anni. Sono stati, inoltre, individuati e recuperati,
sempre nello stesso areale, alla profondità di ottanta metri, dai
subacquei della Gue, due elmi di pregiatissima fattura. I due reperti in
bronzo presentano una particolare decorazione con forma di animale nella
parte sommitale, quindi sicuramente appartenuti a graduati dell’esercito
romano. Recuperate anche due coppie di paragnatidi, protezioni laterali in
metallo applicate all’elmo, atte a proteggere il volto dei soldati.
Questi due elmi, assieme a un altro recuperato negli scorsi giorni, si
aggiungono ai ventidue già recuperati nelle campagne precedenti.
Alcuni di essi, già restaurati, sono in esposizione presso il Museo
della “Battaglia delle Egadi” a Favignana.
Ma la vera novità delle ricerche è la scoperta di una spada
in metallo, della lunghezza di circa settanta centimetri con una
lama larga cinque centimetri, appartenuta probabilmente ai soldati di uno dei
due eserciti. I rostri, gli elmi, le stoviglie di bordo e le numerose anfore non
completavano, infatti, il quadro. Le armi dei soldati non erano state, fino ad
oggi, mai ritrovate. Nello stesso luogo della spada, sono stati recuperati due
chiodi di grandi dimensioni, a sezione quadrangolare, probabilmente appartenuti
a una delle imbarcazioni affondate durante lo scontro.
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